Categories Di Olio in Vino

Notti Bianche

Luci, colori, profumi, aromi …

Atterro a San Pietroburgo, i palazzi color pastello mi accolgono ed il sole riscalda la sede della corte degli Zar.

Una cena a base della classica tradizione russa unita all’innovativa: Caviale,  Squalo e vodka.

Esco ed una calda luce illumina il cielo e m’accompagna in una passeggiata lungo la Neva. È Mezzanotte e la città vive le “notti bianche” riportando alla memoria i romanzi della belle epoque: Musica, romantici caffè e coppiette nei parchi.

La mattina mi dirigo a Peterhof nella Versailles Russa: “Carskoe Selo” dove si trovano due residenze imperiali: i palazzi di Caterina e Alessandro. Nella “camera d’ambra” si può ammirare una delle massime espressioni dell’architettura barocca.

Due architetti Italiani dal 1748 al 1796 costruirono queste meravigliose regge: B.F. Rastrelli il palazzo di Caterina e G. Quarenghi quello di Alessandro. Dopo anni d’abbandono sono ritornate agli antichi splendori.

Distese di tulipani sono la cornice di un eccellente ristorante “Daniel” dove apprezzo nella terrazza il classico Borsch estivo servito freddo: una zuppa di rape rosse, carote, cetrioli, cipolla, prezzemolo e uova sode.  Una valida alternativa al gaspaccio.

Ritorno a San Pietroburgo per degustare una sella di cervo con asparagi accompagnata da un vino russo prodotto nella zona del Mar Nero: Chateau Le Grand Vostock “Le Chène Royal 2007”. Un Cabernet Savignon in combianzione con la Krasnostop, una cultivar tipica Russa, e la Saperavi, un’uva originaria della Georgia. Un vino con la forza del Cabernet ammorbidito da un lampo di confettura di sottobosco.

By Alberto Buratto

 

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Risorgimento

Luci, colori, profumi, aromi …

Una serata stellata, la luna illumina le ginestre in fiore, i profumi di macchia mediterranea mi accompagnano in un momento di relax e piacere.

Sono in Sicilia, qui sbarcarono i 1000 ed ebbe inizio la spedizione che unì l’Italia.

Degusto un vino dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia: Ramotorto 2001. Significativo il nome: si vorrebbe la propria Nazione retta e forte; ma le traversie politiche e sociali la curvano e ne rendono la crescita tortuosa: proprio come un ramo torto, che in una vite è il ramo più forte, quello che produce i frutti migliori.

Un vino di 10 anni, il connubio tra il Nero d’avola, il Merlot ed il Petit Verdot.
Una vellutata dolcezza olfattiva accompagnata da un’elegante balsamicità invitano ad abbinarlo ad uno chateaubriand

Un ricamo d’olio Pianetto vine versato sul filetto. Le olive Biancolilla e Cersuola vengono allevate nelle montagne vicino a Palermo a 650 mt da cui si ricava un olio dove spiccano aromi maturi di mela , pomodoro e sottili sensazioni vegetali .

La luna comincia a volgere ad ovest e mi dirigo a Palermo. Ecco i profumi, i suoni e le luci del mercato ortofrutticolo.
Una torre di finocchi attrae la mia attenzione.

Tutt’attorno una tavolozza di colori della natura. Seguo con ammirazione il ritmato contrattare e oramai è giorno. Un ragazzo mi offre un bicchiere di spremuta d’arancia e mi augura “Bon girnata”.

By Alberto Buratto

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In taberna quando sumus

Luci, colori, profumi, aromi …

Arrivo nella città eterna: Roma. Qui il sacro ed il profano si incontrano, si scontrano e si amalgamano. Forse perché ancora affascinato dal viaggio in Germania mi trovo a pensare ai Carmina Burana ed a quella mistione tra canti goliardici, lingua sacra e musica solenne. “Fortuna imperatrix mundi”

Per chi ne avesse l’opportunità di assistere ad un concerto dal vivo è una vera emozione ascoltare l’opera del Tedesco Carl Orff. Questo è il link per averne un’idea: http://youtu.be/GD3VsesSBsw

Ed eccomi a tavola con due piatti della cucina romana, il minestrone con il battuto e l’abbacchio arrosto.  Mi accompagnano in una degustazione di due eccellenze Laziali: Mater Matuta e l’Olio Extra Vergine d’Oliva Talea.

Mater Matuta, antica divinità Italica protettrice della vita nascente e della fertilità, è un Syrah laziale con una pennellata di Petit Verdot. Un vino elegante e seducente ma corposo con una fruttata freschezza accompagnata da una speziatura di macchia mediterranea.

Due le cultivar che compongo l’olio Talea: il Frantoio,  che dona la nota di oliva verde e da un lieve tono fruttato, ed il Leccino, cultivar di colore scuro. È un olio con una freschezza che ricorda la mela verde accompagnata da un mix dolcemente speziato.

By Alberto Buratto

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Bionda o Ramata?

Luci, colori, profumi, aromi …

Sono alla scoperta di due delle birre più interessanti della Germania basate sull’alta fermentazione. La maggioranza delle birre sfuttano la bassa fermentazione come ad esempio le helles o le lager.

Un viaggio aereo, un piccolo percorso in treno ed ecco la meravigliosa cattedrale di Koln. Capitale economica, culturale e storica della Renania. La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Maria è di stile gotico mi da il benvenuto.

Mi ritrovo per un assaggio delle migliori Kölschbier o Kölsch, la birra tipica di Colonia. Viene  chiamata come il dialetto parlato a Koln e per questo motivo si afferma che la Kölsch è l’unica lingua che si beve e si parla. È una birra bionda, chiara, limpidissima ed ha una buona schiuma. Grazie all’alta fermentazione i lieviti donano particolari accenti fruttati di mela accompaganti da dolci sentori di malto e la luppolatura è poco invasiva.

Lascio Koln per dirigermi a Düsseldorf. Alla fine del 18° secolo il nascente romanticismo tedesco trovò qui l’ambientazione ideale per svilupparsi.  Nella romantica Königsalle mi ritrovo per una degustazione di Altbier, la birra ufficiale di Düsseldorf.

Il nome (birra vecchia) deriva dall’antico metodo di produzione. Una birra prodotta con un lievito ad alta fermentazione (come la Kölsch) e da malto caramellato di colore scuro. Birra con una forte connotazione di malto, molto morbida in bocca e dal colore ramato e a volte bruno scuro. Un leggero aroma di luppolo accompagnato da una nota piacevolmente amara.

By Alberto Buratto

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Arte e vino

Luci, colori, profumi, aromi …

Arrivo nelle Langhe. Posizionate tra Torino e Savona sono l’apoteosi del Nebbiolo ed incredibilmente facili da raggiungere.

Il Nebbiolo è un vitigno a bacca nera prevalentemente coltivato nelle Langhe e nel Roero. La suddivisione tra questi due territori è una barriera naturale: il fiume Tanaro. A nord c’è il Roero ed a sud le Langhe.   Un susseguirsi di colline con creste affilate, segnate da valli profonde e parallele rivestite di vigneti rigogliosi. L’alternanza dei paesaggi, la vastità degli orizzonti caratterizzati da torri e castelli mi conducono nel cuore del nebbiolo.

Qui generazioni di vignaiuoli hanno dedicato la vita per allevare questo vitigno nobile. Il nome sembra derivi dall’abbondante pruina (serve da protezione per i raggi ultravioletti e impedisce l’eccesiva disidratazione dell’acino) che si forma creando un’appannatura e dalla maturazione tardiva che  obbliga la vendemmia durante le nebbie autunnali.

Il sole illumina la giornata e m’accompagna alla scoperta delle opere d’arte presenti nei vigneti. Il primo incontro è con la “Capella del Barolo” o SS.Madonna delle Grazie. È una piccola chiesetta costruita per radunare i contadini che lavoravano nelle vigne circostanti in caso di temporali o violente grandinate, mai consacrata e restaurata da due artisti: l’inglese David Tremlett e l’americano Sol LeWitt.

Poco lontano c’è il Cubo. È la rappresentazione del Barolo: spigoloso alla nascita ma con una robusta struttura portante per una grande tenuta nel tempo! Dall’interno possiamo ammirare il paessaggio a 360° sui vigneti. L’opera è stata realizzata dagli architetti Luca e Marina Deabate di Torino.

Poche colline più a nord ecco la terza meraviglia: un acino d’uva sospeso sulle vigne. Una grande bolla ovale, appoggiata su una piattaforma di rovere rivestita di un materiale soffice, pruinoso e trasparente come è l’acino dell’uva. Anche quest’opera è realizzata dagli architetti Luca e Marina Deabate di Torino.

Appagato dalle luci e dai colori delle Langhe arrivo nella sua capitale: Alba. Un piatto di plin (degli agnolotti minuscoli fatti a mano) al brasato di Barolo serviti con un “Bricco Rocche Barolo Brunate 1999”.  Ricavato da due varietà di Nebbiolo: la Michet e la Lampia, viene affinato in botti da 300 litri per 30 mesi. Un Barolo elegante e con una giusta complessità. Un naso raffinato di spezie e di frutti.

Nel pomeriggio la degustazione verticale del Barberesco “Bricco Asili Bricco Asili” delle annate 2003, 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008. Un monovarietale di Nebbiolo Michet con affinamento per 24 mesi in piccole botti di rovere francese da 300 litri. Personalmente è l’esaltazione del nebbiolo e la fortuna di degustare 5 annate è come andare ad una vernissage di un grande artista, impagabile!!! Offre una tavolozza olfattiva dove i sentori della ciliegia, della mora con sfumature floreali vengono percepiti nell’evoluzione delle annate.

Giornata intensa e piena di scoperte. Arrivederci Langhe!

By Alberto Buratto