Categories Di Olio in Vino

Bionda o Ramata?

Luci, colori, profumi, aromi …

Sono alla scoperta di due delle birre più interessanti della Germania basate sull’alta fermentazione. La maggioranza delle birre sfuttano la bassa fermentazione come ad esempio le helles o le lager.

Un viaggio aereo, un piccolo percorso in treno ed ecco la meravigliosa cattedrale di Koln. Capitale economica, culturale e storica della Renania. La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Maria è di stile gotico mi da il benvenuto.

Mi ritrovo per un assaggio delle migliori Kölschbier o Kölsch, la birra tipica di Colonia. Viene  chiamata come il dialetto parlato a Koln e per questo motivo si afferma che la Kölsch è l’unica lingua che si beve e si parla. È una birra bionda, chiara, limpidissima ed ha una buona schiuma. Grazie all’alta fermentazione i lieviti donano particolari accenti fruttati di mela accompaganti da dolci sentori di malto e la luppolatura è poco invasiva.

Lascio Koln per dirigermi a Düsseldorf. Alla fine del 18° secolo il nascente romanticismo tedesco trovò qui l’ambientazione ideale per svilupparsi.  Nella romantica Königsalle mi ritrovo per una degustazione di Altbier, la birra ufficiale di Düsseldorf.

Il nome (birra vecchia) deriva dall’antico metodo di produzione. Una birra prodotta con un lievito ad alta fermentazione (come la Kölsch) e da malto caramellato di colore scuro. Birra con una forte connotazione di malto, molto morbida in bocca e dal colore ramato e a volte bruno scuro. Un leggero aroma di luppolo accompagnato da una nota piacevolmente amara.

By Alberto Buratto

Categories Di Olio in Vino

Arte e vino

Luci, colori, profumi, aromi …

Arrivo nelle Langhe. Posizionate tra Torino e Savona sono l’apoteosi del Nebbiolo ed incredibilmente facili da raggiungere.

Il Nebbiolo è un vitigno a bacca nera prevalentemente coltivato nelle Langhe e nel Roero. La suddivisione tra questi due territori è una barriera naturale: il fiume Tanaro. A nord c’è il Roero ed a sud le Langhe.   Un susseguirsi di colline con creste affilate, segnate da valli profonde e parallele rivestite di vigneti rigogliosi. L’alternanza dei paesaggi, la vastità degli orizzonti caratterizzati da torri e castelli mi conducono nel cuore del nebbiolo.

Qui generazioni di vignaiuoli hanno dedicato la vita per allevare questo vitigno nobile. Il nome sembra derivi dall’abbondante pruina (serve da protezione per i raggi ultravioletti e impedisce l’eccesiva disidratazione dell’acino) che si forma creando un’appannatura e dalla maturazione tardiva che  obbliga la vendemmia durante le nebbie autunnali.

Il sole illumina la giornata e m’accompagna alla scoperta delle opere d’arte presenti nei vigneti. Il primo incontro è con la “Capella del Barolo” o SS.Madonna delle Grazie. È una piccola chiesetta costruita per radunare i contadini che lavoravano nelle vigne circostanti in caso di temporali o violente grandinate, mai consacrata e restaurata da due artisti: l’inglese David Tremlett e l’americano Sol LeWitt.

Poco lontano c’è il Cubo. È la rappresentazione del Barolo: spigoloso alla nascita ma con una robusta struttura portante per una grande tenuta nel tempo! Dall’interno possiamo ammirare il paessaggio a 360° sui vigneti. L’opera è stata realizzata dagli architetti Luca e Marina Deabate di Torino.

Poche colline più a nord ecco la terza meraviglia: un acino d’uva sospeso sulle vigne. Una grande bolla ovale, appoggiata su una piattaforma di rovere rivestita di un materiale soffice, pruinoso e trasparente come è l’acino dell’uva. Anche quest’opera è realizzata dagli architetti Luca e Marina Deabate di Torino.

Appagato dalle luci e dai colori delle Langhe arrivo nella sua capitale: Alba. Un piatto di plin (degli agnolotti minuscoli fatti a mano) al brasato di Barolo serviti con un “Bricco Rocche Barolo Brunate 1999”.  Ricavato da due varietà di Nebbiolo: la Michet e la Lampia, viene affinato in botti da 300 litri per 30 mesi. Un Barolo elegante e con una giusta complessità. Un naso raffinato di spezie e di frutti.

Nel pomeriggio la degustazione verticale del Barberesco “Bricco Asili Bricco Asili” delle annate 2003, 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008. Un monovarietale di Nebbiolo Michet con affinamento per 24 mesi in piccole botti di rovere francese da 300 litri. Personalmente è l’esaltazione del nebbiolo e la fortuna di degustare 5 annate è come andare ad una vernissage di un grande artista, impagabile!!! Offre una tavolozza olfattiva dove i sentori della ciliegia, della mora con sfumature floreali vengono percepiti nell’evoluzione delle annate.

Giornata intensa e piena di scoperte. Arrivederci Langhe!

By Alberto Buratto

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Le pepite d’oro bianco

Luci, colori, profumi, aromi …

Maggio XVI secolo: i campi attorno alla cittadina di Bassano del Grappa colmi di meravigliosi asparagi verdi ondeggianti dalle brezze delle vicine preAlpi ed accarezzati dal fresco sole attendono di essere raccolti.

In quella pace una terribile grandinata giunse e rase al suolo tutto il raccolto.

I contadini non si persero d’animo e cercarono di salvare il salvabile raccogliendo le parti rimaste sotto terra. Con sorpresa scoprirono i germogli bianchi, perché non esposti alla luce del sole, meravigliosamente teneri e gustosi.

Da allora cercano le loro pepite prima che vedano il sole.

Ieri sera li ho degustati bolliti (con le punte fuori dell’acqua di circa 4 cm) conditi con dell’ottimo olio Badevisco e dei fiori di sale delle saline di Trapani.

Questi cristalli di sale marino si formano grazie al vento ed appena raccolti hanno un colore rosaviolaceo, ma nell’arco di un giorno diventano bianchi. Sono ricchi di minerali, meno aggressivi del sale normale e lasciano una sensazione piacevolmente durevole.

L’olio, una cuvèe tra l’oliva Itrana originaria del Lazio e la Sessana, cultivar particolarmente diffusa nella zona DOP Terre Aurunche li ha conditi ed esaltati. I freschi aromi fruttati di quest’olio Campano, supportati da un sottofondo aromatico che richiama i prati d’erba freschi, accompagnati da una leggera sfumatura di lime, giocano con la vibrante dolcezza gustativa.

Il tutto è stato degustato assieme ad una bottiglia di Gruner Veltliner Spitzer Point 2009 di Johann Donabaum. Il Gruner Veltliner, un vino ottenuto da uva bianca coltivata principalmente in Austria,  è considerato un varietale aromatico in grado di produrre un’ampia gamma di vini. È allevato nella sponda occidentale del Danubio Viennese.

La tonalità giallo oro ben si accompagna all’abbinamento cromatico degli asparagi ma è l’olfatto che viene rapito da un susseguirsi di piacevoli incursioni di mela e melone mescolati a spiccate note erbacee e da una gradevole acidità ed una piacevole persistenza aromatica.

By Alberto Buratto

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Perle Verdi a Maggio

Luci, colori, profumi, aromi …

È iniziata la stagione dei piselli, sgranandoli sotto l’acqua queste perle verdi brillanti sprigionano la carica olfattiva illuminando con i riflessi dell’acqua il soffitto.

I piselli, già noti ai Greci ed ai Romani, raggiunsero il loro apice nella corte di Versailles quando Jean Baptiste de la Quintinie veniva nominato, dal Re Sole, “Directeur des jardins fruitiers et potagers des maisons royales”  introducendo ogni specie vegetale commestibile nelle serre."Perle verdi"

Con il loro sapore dolce e delicato sono energetici e nutrienti ed aiutano a ridurre il colesterolo.

Appena liberati dal loro bacello li ho degustati nel classico dei piatti veneti “risi e bisi” accompagnati da un Friulano (il nuovo nome del tocai Friulano a partire dalla vendemmia 2007).

"le olive alla raccolta"Il soffritto di base è stato preparato con un Olio Trentino di Giovanni Poli. Due cultivar, Casaliva (predominante nel Lago di Garda) e dal Frantoio (la più diffusa nel mondo) che esprimono degli aromi freschi e delicati di erba appena tagliata, rucola e fiori. Per raggiungere questa freschezza le olive allevate a 385 mt a ovest di Trento vengo raccolte durante l’invaiatura (quando cambia colore) e frante a freddo.

"risi e bisi"Il risotto era fatto con il riso “Baldo” uno degli ultimi risi arrivati in Italia (fu importato dal Giappone nel 1964 e chiamato Arborio X St136). È un riso molto versatile, tiene bene qualsiasi tipo di cottura. Ha una struttura cristallina ed è bianco. Per questo motivo è l’ideale per risotti ed insalate a condizione di servirlo bene al dente.

L’abbinam"la mineralità"ento al Vigna del Rolat 2008, un Friulano del Collio Orientale dalle note fruttate di mela e agrumi con richiami alla mineralità del territorio ha esaltato la freschezza del piatto. Affinato solo in serbatoi di acciaio ha conservato e valorizzato le proprietà del vitigno combinando un’ottima acidità e lasciando alla fine una piacevole chiusura alla mandorla che ben si sposava con il successivo assaggio.

by Alberto Buratto