Categories Di Olio in Vino

Perle Nere a Mosca

Arrivo a Mosca e l’imponente opera degli architetti Italiani Aristotile Fioravanti, Marco Ruffo e Pietro Antonio Solari mi accoglie: il Cremlino. Ivan III nella seconda metà del XV secolo volle costruire una fortezza (un cremlino) a Mosca e si rivolse ai migliori architetti dell’epoca.

Mi colpisce e mi rende orgoglioso sentire le spiegazioni del perché sono stati scelti gli Italiani e come l’Ing Fioravanti fosse conosciuto per essere riuscito a spostare nel 1455 la torre della Magione (alta 24 metri e larga 13) a Bologna solo attraverso dei rulli.

Partecipo in un ristorante ad una degustazione di Caviale e Vodka. Caviar è una parola persiana (Khag-avar) usata dagli abitanti della sponda iraniania del Mar Caspio e si riferisce alle uova di tre storioni; Beluga, Asetra e Sevruga. Le uova degli altri storioni si chiamano Eshpel.

Che differenze ci sono tra le tre specie e come le riconosco?

Il Beluga provviene dalle uova del Beluga Huso Huso, uno storione che vive in mare aperto e può raggiungere i 20 anni e i 4 metri di lunghezza nutrendosi di pesce. Produce delle uova della dimensione massima di 3mm color grigio perla. È pescato prima che inizi la risalita dei fiumi per la riproduzione e di conseguenza ad un livello di maturazione più precoce. Deciso, croccante, aromatico e con una lunga persistenza. L’etichetta della confezione è azzurra.

L’Asetra o Oscietra deriva dallo Storione Russo Acipenser . Ha un gusto leggero e morbido con un retrogusto di nocciola che lo rendono molto delicato e raffinato. Solitamente è di colore marrone scuro con una granatura media. L’etichetta è rossa.

Il Sevruga provviene da piccoli storioni (mai più grandi di 150 cm) e ha una granatura piccola di circa 1 mm. Il colore grigio atrancite è accompagnato da una aromaticità intensa. L’etichetta è gialla o avorio. Da preferire i caviali Mals (Malossol) con poco sale, necessitano però una temperatura di conservazione non superiore ai 0°C., rispetto a quelli salati.

Il colore delle uova contribuisce ulteriormente a suddividere la qualità, più chiaro maggiore il pregio: 0 (colore più scuro), 00 (tono medio), 000 (tono chiaro), royal caviar e imperial caviar. La degustazione è stata servita su blinij e della panna acida accompagnata dalla Vodka Beluga Gold Line.

È una vodka prodotta attraverso tre distillazioni in Siberia a Mariinsk, esclusivamente con orzo biologico e con un’acqua estratta da un pozzo artesiano. Una straordinaria morbidezza rilasciata dalla lunga fermentazione con i lieviti naturali pulisce la bocca e ben si addice a questo abbinamento.

Piccoli sorsi, piccoli assaggi per una grandissima esperienza gastronomica.

by Alberto Buratto

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Colori sul Don

Luci, colori, profumi, aromi …

Lascio San Pietroburrgo e mi dirigo nella Russia del sud atterando a Rostov.

Nel 1935 gli architetti Vladimir Shchukoi e Vladimir Gelfreich finirono il teatro Gorki Drama a Rostov sul Don. Grandi interpreti del moderno neoclassicismo Stalinista crearono questo teatro a forma di trattore Caterpillar in onore dell’attività agricola fulcro del sistema economico.

Dirigendomi verso la città compare tra i brillanti verdi riflessi dei campi un nastro argenteo: il Don. Mi fermo in uno dei molti ristorantini  che colorano le sue rive.

Un saluto, un benvenuto e come aperitivo mi servono un calice di vino bianco della regione il Pravoberezhnoye. Ricavato da uve Aligoté, originarie della Borgnona, è un vino dall’esasperata acidità.
Involontariamente la mente mi porta a fantasticare ed a degustare l’Aligoté in versione classica: un Kir con il Cremant d’Aligoté ed il Cassis de Dijon.

Nel frattempo arriva un’ottima zuppa (Yxa o Ukha) preparata con merluzzo, porro, patate, dragoncello, prezzemolo, alloro, aneto, pomodoro e speziata con pepe nero, zafferano e noce moscata.  Suggeriscono degustarla accompagnandola con le classiche bevande locali: Kvas e Mors.

Il Kvas è prodotto dalla fermentazione della linfa della betulla e dalla segale con una gradazione che non supera il 2,2%. Di colore giallo ha uno spiccato sentore di lievito e di crosta di pane con una decisa acidità che rinfresca la bocca .

Il Mors o mopc è invece uno sciroppo rosso ricavato dal klukva, il mirtillo palustre o in inglese cranberry, dal sapore agrodolce e dalle spiccate indicazioni salutistiche.

Li assaggio entrambi, ma le origini mediterranee mi spingerebbero ad optare per un calice di buon vino.

Alla sera sono nella città vecchia di Rostov sul Don nel ristorante “BHHO H MRCO”, una steak house al piano interrato: un tempio dei vini Italiani, Francesi e Spagnoli con un eccellente cucina. Decisamente un posto da tenere a memoria per chi visita la città.

By Alberto Buratto

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Notti Bianche

Luci, colori, profumi, aromi …

Atterro a San Pietroburgo, i palazzi color pastello mi accolgono ed il sole riscalda la sede della corte degli Zar.

Una cena a base della classica tradizione russa unita all’innovativa: Caviale,  Squalo e vodka.

Esco ed una calda luce illumina il cielo e m’accompagna in una passeggiata lungo la Neva. È Mezzanotte e la città vive le “notti bianche” riportando alla memoria i romanzi della belle epoque: Musica, romantici caffè e coppiette nei parchi.

La mattina mi dirigo a Peterhof nella Versailles Russa: “Carskoe Selo” dove si trovano due residenze imperiali: i palazzi di Caterina e Alessandro. Nella “camera d’ambra” si può ammirare una delle massime espressioni dell’architettura barocca.

Due architetti Italiani dal 1748 al 1796 costruirono queste meravigliose regge: B.F. Rastrelli il palazzo di Caterina e G. Quarenghi quello di Alessandro. Dopo anni d’abbandono sono ritornate agli antichi splendori.

Distese di tulipani sono la cornice di un eccellente ristorante “Daniel” dove apprezzo nella terrazza il classico Borsch estivo servito freddo: una zuppa di rape rosse, carote, cetrioli, cipolla, prezzemolo e uova sode.  Una valida alternativa al gaspaccio.

Ritorno a San Pietroburgo per degustare una sella di cervo con asparagi accompagnata da un vino russo prodotto nella zona del Mar Nero: Chateau Le Grand Vostock “Le Chène Royal 2007”. Un Cabernet Savignon in combianzione con la Krasnostop, una cultivar tipica Russa, e la Saperavi, un’uva originaria della Georgia. Un vino con la forza del Cabernet ammorbidito da un lampo di confettura di sottobosco.

By Alberto Buratto

 

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Risorgimento

Luci, colori, profumi, aromi …

Una serata stellata, la luna illumina le ginestre in fiore, i profumi di macchia mediterranea mi accompagnano in un momento di relax e piacere.

Sono in Sicilia, qui sbarcarono i 1000 ed ebbe inizio la spedizione che unì l’Italia.

Degusto un vino dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia: Ramotorto 2001. Significativo il nome: si vorrebbe la propria Nazione retta e forte; ma le traversie politiche e sociali la curvano e ne rendono la crescita tortuosa: proprio come un ramo torto, che in una vite è il ramo più forte, quello che produce i frutti migliori.

Un vino di 10 anni, il connubio tra il Nero d’avola, il Merlot ed il Petit Verdot.
Una vellutata dolcezza olfattiva accompagnata da un’elegante balsamicità invitano ad abbinarlo ad uno chateaubriand

Un ricamo d’olio Pianetto vine versato sul filetto. Le olive Biancolilla e Cersuola vengono allevate nelle montagne vicino a Palermo a 650 mt da cui si ricava un olio dove spiccano aromi maturi di mela , pomodoro e sottili sensazioni vegetali .

La luna comincia a volgere ad ovest e mi dirigo a Palermo. Ecco i profumi, i suoni e le luci del mercato ortofrutticolo.
Una torre di finocchi attrae la mia attenzione.

Tutt’attorno una tavolozza di colori della natura. Seguo con ammirazione il ritmato contrattare e oramai è giorno. Un ragazzo mi offre un bicchiere di spremuta d’arancia e mi augura “Bon girnata”.

By Alberto Buratto

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In taberna quando sumus

Luci, colori, profumi, aromi …

Arrivo nella città eterna: Roma. Qui il sacro ed il profano si incontrano, si scontrano e si amalgamano. Forse perché ancora affascinato dal viaggio in Germania mi trovo a pensare ai Carmina Burana ed a quella mistione tra canti goliardici, lingua sacra e musica solenne. “Fortuna imperatrix mundi”

Per chi ne avesse l’opportunità di assistere ad un concerto dal vivo è una vera emozione ascoltare l’opera del Tedesco Carl Orff. Questo è il link per averne un’idea: http://youtu.be/GD3VsesSBsw

Ed eccomi a tavola con due piatti della cucina romana, il minestrone con il battuto e l’abbacchio arrosto.  Mi accompagnano in una degustazione di due eccellenze Laziali: Mater Matuta e l’Olio Extra Vergine d’Oliva Talea.

Mater Matuta, antica divinità Italica protettrice della vita nascente e della fertilità, è un Syrah laziale con una pennellata di Petit Verdot. Un vino elegante e seducente ma corposo con una fruttata freschezza accompagnata da una speziatura di macchia mediterranea.

Due le cultivar che compongo l’olio Talea: il Frantoio,  che dona la nota di oliva verde e da un lieve tono fruttato, ed il Leccino, cultivar di colore scuro. È un olio con una freschezza che ricorda la mela verde accompagnata da un mix dolcemente speziato.

By Alberto Buratto