Luci, colori, profumi, aromi …

Lascio San Pietroburrgo e mi dirigo nella Russia del sud atterando a Rostov.

Nel 1935 gli architetti Vladimir Shchukoi e Vladimir Gelfreich finirono il teatro Gorki Drama a Rostov sul Don. Grandi interpreti del moderno neoclassicismo Stalinista crearono questo teatro a forma di trattore Caterpillar in onore dell’attività agricola fulcro del sistema economico.

Dirigendomi verso la città compare tra i brillanti verdi riflessi dei campi un nastro argenteo: il Don. Mi fermo in uno dei molti ristorantini  che colorano le sue rive.

Un saluto, un benvenuto e come aperitivo mi servono un calice di vino bianco della regione il Pravoberezhnoye. Ricavato da uve Aligoté, originarie della Borgnona, è un vino dall’esasperata acidità.
Involontariamente la mente mi porta a fantasticare ed a degustare l’Aligoté in versione classica: un Kir con il Cremant d’Aligoté ed il Cassis de Dijon.

Nel frattempo arriva un’ottima zuppa (Yxa o Ukha) preparata con merluzzo, porro, patate, dragoncello, prezzemolo, alloro, aneto, pomodoro e speziata con pepe nero, zafferano e noce moscata.  Suggeriscono degustarla accompagnandola con le classiche bevande locali: Kvas e Mors.

Il Kvas è prodotto dalla fermentazione della linfa della betulla e dalla segale con una gradazione che non supera il 2,2%. Di colore giallo ha uno spiccato sentore di lievito e di crosta di pane con una decisa acidità che rinfresca la bocca .

Il Mors o mopc è invece uno sciroppo rosso ricavato dal klukva, il mirtillo palustre o in inglese cranberry, dal sapore agrodolce e dalle spiccate indicazioni salutistiche.

Li assaggio entrambi, ma le origini mediterranee mi spingerebbero ad optare per un calice di buon vino.

Alla sera sono nella città vecchia di Rostov sul Don nel ristorante “BHHO H MRCO”, una steak house al piano interrato: un tempio dei vini Italiani, Francesi e Spagnoli con un eccellente cucina. Decisamente un posto da tenere a memoria per chi visita la città.

By Alberto Buratto