Categories Di Olio in Vino

Madreperle Sarde

Luci, colori, profumi, aromi …

Costa nord orientale della Sardegna.
Colgo questo frammento durante una conversazione tra un pescivendolo ed una cliente:

“mi scusi, che differenza c’è tra una vongola ed un’arsella?
le vongole hanno un corno, le arselle due
e con le Telline?
dipende dove siamo: il termine Arselle viene utilizzato alternativamente o per le Vongole o per le Telline. In linea generale con Arselle si identificano delle Telline”.

Guardo la vasca e cerco di capire….sono della stessa classe (bivalva), dello stesso ordine (Veneroida) ma di due famiglie differenti: la vongola appartiene alle Veneridae mentre le arselle alle Donacidae….alla fine mi arrendo e chiedo “per favore due chili di arselle”.

Le degusto con la classica ricetta sarda della Fregola con le arselle.

La fregola consiste in una pasta secca molto simile al cuscus, fatta con semola di grano duro lavorata a mano fino ad ottenere piccole sfere irregolari e rustiche dal sapore del tutto caratteristico assunto con la naturale essiccazione e tostatura.

Dal latino “fricare” (sfregare) deriva probabilmente il termine dialettale “fregula”, che indica l’insieme delle uova deposte dai pesci, ed evoca il caratteristico sfregarsi, appunto, delle femmine contro i sassi al momento di deporle.

Per enfatizzare gli aromi un denocciolato di Bosana dei Pinna ha condito il tutto. Ricavato dalla cultivar Bosana, varietà sarda, da cui si ottiene un olio con profumi di oliva e di cardo.
Al gusto troviamo un richiamo di freschezza vegetale con una delicata componente amarotica speziata che ben s’accompagna alla dolcezza delle Arselle.

Le degusto con l’Iselis Bianco 2010 di Argiolas. Un vino ricavato dalle uve Nasco, vitigno tipico Cagliaritano, e con una manciata di Vermentino per esaltare la freschezza. Appena versato sprigiona delle note tropicali che invitano all’assaggio. E qui un’elegante mineralità accompagnata da una posata freschezza mi accompagna durante l’abbinamento.

by Alberto Buratto

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Perlage estivo

Luci, colori, profumi, aromi …

Le ostriche hanno incantato poeti e governanti La seduzione delle perle ha alimentato nell’antichità le più favolose leggende. Nell’età classica greca e romana a partire da Omero, erano note come piatto raffinato e pregiato e le perle erano considerate fenomeni di condensazione d’ispirazione divina: “lacrime delle Najadi” solidificate, o rugiada sfiorata dal tocco di Venere.

Ne esistono di molteplici varietà, allevate o naturali, di piccole dimensioni (2 cm) e di proporzioni importanti (25 cm). Vivono fino a 70 anni e come gli alberi hanno le linee per contare la loro età. Le più diffuse sono le Bèlon , dalla forma piatta e rotonda tipica della Bretagna, Le Creuse, dalla forma allunfata, le Papillon, le Fines de Claire etc

Se siete in viaggio nel Massachusetts e vi capita di passare per Boston fermatevi da  Neptune Oyster Bar dove Jeff vi accompagna in una degustazione di ostriche inenarrabile. Un’esperienza multinazionale (dal Giappone, al mediterraneo, all’Atlantico al Pacifico), la mia era composta da le Plate di Arcachon (Francia), Island Creek (MA), Pemaquid (ME), Tatamagouche (NS), Kumamoto (WA), Kusshi (BC) e Littleneck Clams (MA).

Cosa accompagnare a questa prelibatezza?

Le ho degustate con un Don Perignon Rosè selezione Oenothèque 1990, lasciato nei lieviti per quasi 20 anni. Un blend di Pinot Nero e Chardonnay, degorgè nel 2007. Un’annata particolaristtima in tutta la regione dello Champagne: dopo un inizio di primavera fenomenale arrivarano delle gelate primaverili che fecero cadere la maggior parte dei fiori. Ne derivò che i grappoli fossero poveri di acini ma pieni di sostanza.

Ricavarono degli ottimi Champagne e la selezione Oenothèque Rosè, grazie all’arte di cantina esalta ancora di più questa particolarissima annata. Al naso è uno Champagne forte ed intenso con profumi esotici fruttati e speziati accompagnati da un struttura suadente che ben si fonde con una voluttuosa consistenza al palato.

Il perlage fino, elegante e continuo rinfresca la bocca tra una Bèlon ed una Kumamoto.

by Alberto Buratto

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Aspettando l’Estate

Luci, colori, profumi, aromi …

Bentornato! Dalla piazza Rossa di Mosca alla meravigliosa piazza Unità d’Italia di Trieste, il salotto di Trieste. Città che viene spesso definita plurinazionale, mitteleuropea. Dal medioevo e per molti secoli soggetta all’Austria, dal 1700 dominata dagli Asburgo grazie ai quali sviluppo un grande porto internazionale ed infine dal 1918 conquistata dall’Italia. Qui mi preparo a dare il benvenuto all’estate con un panino di verdure grigliate ed un calice di vino.

È appena iniziata la stagione delle melanzane! Questo frutto mi ha sempre incuriosito per la varietà gustativa: la Black Beauty, la Bianca ovale, la Gigante bianca di New York, la Larga Morada, la Precoce di Barbentane, la Tonda comune di Firenze, la Violetta lunga migliorata delle cascine, la Violetta lunga Palermitana, la Violetta Nana precoce e la Violetta di Napoli.

Se voglio cercare la speziatura allora suggerisco la Violetta di Napoli con forma allungata e dal sapore più forte e piccante. La mia preferita è la Larga Morada, di colore rosato striato di viola e dal gusto delicato.
Il mio panino era con delle melanzane Larga Morada alla griglia.

Le ho condite con l’olio Extravergine di Oliva Monte Poggiolo Selezione Alina 2009 ricavato dalla cultiva Nostrana di Brisighella. Questa oliva allevata nelle colline dell’Appennino Tosco-Romagnolo dona  un colore verde smeraldo con tenui riflessi dorati. Appena versato si presenta con l’aroma piacevole di erba appena tagliata unita al peperone verde. Alla degustazione ha un sapore leggermente piccante e piacevolmente amarognolo accompagnato dalla struttura vegetale che si ritrova all’olfatto.

Il Verdicchio di Matelica Mirum 20 anni riserva 2008 ha esaltato questo happening! Siamo nelle Marche ed il nome di quest’uva deriva dal colore dell’acino. Anche a completa maturazione è caratterizzato da evidenti sfumature verdi! Un vino ricavato dalle migliori uve Verdicchio della vendemmia 2008 e piccole pennellate provvenienti dalle Cuveé 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004.

Nel calice risalta il colore dorato e all’olfatto si apre con freschezza ed eleganza che mi colpiscono e mi affascinano. Un gioco di frutta gialla accompagnata da una struttura minerale lo rendono intrigante. In bocca è un vortice di sensazioni che ben si accompagnano al mio panino e mi fanno desiderare degustarlo assieme ad una catalana.

by Alberto Buratto

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Perle Nere a Mosca

Arrivo a Mosca e l’imponente opera degli architetti Italiani Aristotile Fioravanti, Marco Ruffo e Pietro Antonio Solari mi accoglie: il Cremlino. Ivan III nella seconda metà del XV secolo volle costruire una fortezza (un cremlino) a Mosca e si rivolse ai migliori architetti dell’epoca.

Mi colpisce e mi rende orgoglioso sentire le spiegazioni del perché sono stati scelti gli Italiani e come l’Ing Fioravanti fosse conosciuto per essere riuscito a spostare nel 1455 la torre della Magione (alta 24 metri e larga 13) a Bologna solo attraverso dei rulli.

Partecipo in un ristorante ad una degustazione di Caviale e Vodka. Caviar è una parola persiana (Khag-avar) usata dagli abitanti della sponda iraniania del Mar Caspio e si riferisce alle uova di tre storioni; Beluga, Asetra e Sevruga. Le uova degli altri storioni si chiamano Eshpel.

Che differenze ci sono tra le tre specie e come le riconosco?

Il Beluga provviene dalle uova del Beluga Huso Huso, uno storione che vive in mare aperto e può raggiungere i 20 anni e i 4 metri di lunghezza nutrendosi di pesce. Produce delle uova della dimensione massima di 3mm color grigio perla. È pescato prima che inizi la risalita dei fiumi per la riproduzione e di conseguenza ad un livello di maturazione più precoce. Deciso, croccante, aromatico e con una lunga persistenza. L’etichetta della confezione è azzurra.

L’Asetra o Oscietra deriva dallo Storione Russo Acipenser . Ha un gusto leggero e morbido con un retrogusto di nocciola che lo rendono molto delicato e raffinato. Solitamente è di colore marrone scuro con una granatura media. L’etichetta è rossa.

Il Sevruga provviene da piccoli storioni (mai più grandi di 150 cm) e ha una granatura piccola di circa 1 mm. Il colore grigio atrancite è accompagnato da una aromaticità intensa. L’etichetta è gialla o avorio. Da preferire i caviali Mals (Malossol) con poco sale, necessitano però una temperatura di conservazione non superiore ai 0°C., rispetto a quelli salati.

Il colore delle uova contribuisce ulteriormente a suddividere la qualità, più chiaro maggiore il pregio: 0 (colore più scuro), 00 (tono medio), 000 (tono chiaro), royal caviar e imperial caviar. La degustazione è stata servita su blinij e della panna acida accompagnata dalla Vodka Beluga Gold Line.

È una vodka prodotta attraverso tre distillazioni in Siberia a Mariinsk, esclusivamente con orzo biologico e con un’acqua estratta da un pozzo artesiano. Una straordinaria morbidezza rilasciata dalla lunga fermentazione con i lieviti naturali pulisce la bocca e ben si addice a questo abbinamento.

Piccoli sorsi, piccoli assaggi per una grandissima esperienza gastronomica.

by Alberto Buratto

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Colori sul Don

Luci, colori, profumi, aromi …

Lascio San Pietroburrgo e mi dirigo nella Russia del sud atterando a Rostov.

Nel 1935 gli architetti Vladimir Shchukoi e Vladimir Gelfreich finirono il teatro Gorki Drama a Rostov sul Don. Grandi interpreti del moderno neoclassicismo Stalinista crearono questo teatro a forma di trattore Caterpillar in onore dell’attività agricola fulcro del sistema economico.

Dirigendomi verso la città compare tra i brillanti verdi riflessi dei campi un nastro argenteo: il Don. Mi fermo in uno dei molti ristorantini  che colorano le sue rive.

Un saluto, un benvenuto e come aperitivo mi servono un calice di vino bianco della regione il Pravoberezhnoye. Ricavato da uve Aligoté, originarie della Borgnona, è un vino dall’esasperata acidità.
Involontariamente la mente mi porta a fantasticare ed a degustare l’Aligoté in versione classica: un Kir con il Cremant d’Aligoté ed il Cassis de Dijon.

Nel frattempo arriva un’ottima zuppa (Yxa o Ukha) preparata con merluzzo, porro, patate, dragoncello, prezzemolo, alloro, aneto, pomodoro e speziata con pepe nero, zafferano e noce moscata.  Suggeriscono degustarla accompagnandola con le classiche bevande locali: Kvas e Mors.

Il Kvas è prodotto dalla fermentazione della linfa della betulla e dalla segale con una gradazione che non supera il 2,2%. Di colore giallo ha uno spiccato sentore di lievito e di crosta di pane con una decisa acidità che rinfresca la bocca .

Il Mors o mopc è invece uno sciroppo rosso ricavato dal klukva, il mirtillo palustre o in inglese cranberry, dal sapore agrodolce e dalle spiccate indicazioni salutistiche.

Li assaggio entrambi, ma le origini mediterranee mi spingerebbero ad optare per un calice di buon vino.

Alla sera sono nella città vecchia di Rostov sul Don nel ristorante “BHHO H MRCO”, una steak house al piano interrato: un tempio dei vini Italiani, Francesi e Spagnoli con un eccellente cucina. Decisamente un posto da tenere a memoria per chi visita la città.

By Alberto Buratto