Le brutte abitudini nella lifestyle si riflettono anche sui livelli di vitamina D.In Italia,ad esempio,sono gravemente carenti del prezioso elemento il 40% delle persone con meno di 45 anni ed il 95% degli over 65.Le abitudini alimentari che escludono salmone, merluzzo e sgombro almeno tre volte la settimana ed uno stile di vita che escluda l’attivita’ all’aperto sono responsabili di questa macro carenza nella popolazione.Una passeggiata giornaliera  di almeno 20 minuti con mani, braccia e viso scoperti e l’inclusione di pesce grasso nella dieta sono sufficienti nella prevenzione della fragilita’ ossea  e ,ove fosse necessario, non vi sono dubbi nella raccomandazione alla supplementazione esterna ,la piu’ semplice delle quali risulta la  monosomministrazione mensile ,ove la vitamina D viene somministrata  e immagazzinata nel tessuto adiposo dell’organismo e man mano rilasciata nell’arco di trenta giorni.Dal 93esimo meeting annuale dell’Endocrine Society in corso a Boston, inoltre ,arriva l’ultimo grido in fatto di dosaggio efficace:  la  terapia farmacologica per osteoporosi conclamate a base di farmaci chiamati bifosfonati ha  una probabilita’ sette volte maggiore di risposta se i livelli di vitamina D risultino nella norma.Uno studio particolareggiato condotto su 160 donne con osteoporosi trattata farmacologicamente ,ma con bassi livelli di vitamina D nell’organismorisultava non efficace nel 77,8% dei casi.Parlando di dosaggi utili allora,e’ necessario un cosumo  giornaliero di vitamina D superiore alle 600 UI,dopo i 65 anni, per raggiungere un’adeguata copertura e per ottimizzare la terapia standard per l’osteoporosi.Laura Grigoletto