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Le pepite d’oro bianco

Luci, colori, profumi, aromi …

Maggio XVI secolo: i campi attorno alla cittadina di Bassano del Grappa colmi di meravigliosi asparagi verdi ondeggianti dalle brezze delle vicine preAlpi ed accarezzati dal fresco sole attendono di essere raccolti.

In quella pace una terribile grandinata giunse e rase al suolo tutto il raccolto.

I contadini non si persero d’animo e cercarono di salvare il salvabile raccogliendo le parti rimaste sotto terra. Con sorpresa scoprirono i germogli bianchi, perché non esposti alla luce del sole, meravigliosamente teneri e gustosi.

Da allora cercano le loro pepite prima che vedano il sole.

Ieri sera li ho degustati bolliti (con le punte fuori dell’acqua di circa 4 cm) conditi con dell’ottimo olio Badevisco e dei fiori di sale delle saline di Trapani.

Questi cristalli di sale marino si formano grazie al vento ed appena raccolti hanno un colore rosaviolaceo, ma nell’arco di un giorno diventano bianchi. Sono ricchi di minerali, meno aggressivi del sale normale e lasciano una sensazione piacevolmente durevole.

L’olio, una cuvèe tra l’oliva Itrana originaria del Lazio e la Sessana, cultivar particolarmente diffusa nella zona DOP Terre Aurunche li ha conditi ed esaltati. I freschi aromi fruttati di quest’olio Campano, supportati da un sottofondo aromatico che richiama i prati d’erba freschi, accompagnati da una leggera sfumatura di lime, giocano con la vibrante dolcezza gustativa.

Il tutto è stato degustato assieme ad una bottiglia di Gruner Veltliner Spitzer Point 2009 di Johann Donabaum. Il Gruner Veltliner, un vino ottenuto da uva bianca coltivata principalmente in Austria,  è considerato un varietale aromatico in grado di produrre un’ampia gamma di vini. È allevato nella sponda occidentale del Danubio Viennese.

La tonalità giallo oro ben si accompagna all’abbinamento cromatico degli asparagi ma è l’olfatto che viene rapito da un susseguirsi di piacevoli incursioni di mela e melone mescolati a spiccate note erbacee e da una gradevole acidità ed una piacevole persistenza aromatica.

By Alberto Buratto

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Perle Verdi a Maggio

Luci, colori, profumi, aromi …

È iniziata la stagione dei piselli, sgranandoli sotto l’acqua queste perle verdi brillanti sprigionano la carica olfattiva illuminando con i riflessi dell’acqua il soffitto.

I piselli, già noti ai Greci ed ai Romani, raggiunsero il loro apice nella corte di Versailles quando Jean Baptiste de la Quintinie veniva nominato, dal Re Sole, “Directeur des jardins fruitiers et potagers des maisons royales”  introducendo ogni specie vegetale commestibile nelle serre."Perle verdi"

Con il loro sapore dolce e delicato sono energetici e nutrienti ed aiutano a ridurre il colesterolo.

Appena liberati dal loro bacello li ho degustati nel classico dei piatti veneti “risi e bisi” accompagnati da un Friulano (il nuovo nome del tocai Friulano a partire dalla vendemmia 2007).

"le olive alla raccolta"Il soffritto di base è stato preparato con un Olio Trentino di Giovanni Poli. Due cultivar, Casaliva (predominante nel Lago di Garda) e dal Frantoio (la più diffusa nel mondo) che esprimono degli aromi freschi e delicati di erba appena tagliata, rucola e fiori. Per raggiungere questa freschezza le olive allevate a 385 mt a ovest di Trento vengo raccolte durante l’invaiatura (quando cambia colore) e frante a freddo.

"risi e bisi"Il risotto era fatto con il riso “Baldo” uno degli ultimi risi arrivati in Italia (fu importato dal Giappone nel 1964 e chiamato Arborio X St136). È un riso molto versatile, tiene bene qualsiasi tipo di cottura. Ha una struttura cristallina ed è bianco. Per questo motivo è l’ideale per risotti ed insalate a condizione di servirlo bene al dente.

L’abbinam"la mineralità"ento al Vigna del Rolat 2008, un Friulano del Collio Orientale dalle note fruttate di mela e agrumi con richiami alla mineralità del territorio ha esaltato la freschezza del piatto. Affinato solo in serbatoi di acciaio ha conservato e valorizzato le proprietà del vitigno combinando un’ottima acidità e lasciando alla fine una piacevole chiusura alla mandorla che ben si sposava con il successivo assaggio.

by Alberto Buratto