In una terrina mettete il tonno, le olive,( profumo d’aglio e di cipolla),Sedano e carote a pezzetti piccoli piccoli,
olio d’oliva,sale, pepe e origano. Lasciare riposare almeno un’ora. Cuocere la pasta al dente , scolatela e passatela sotto l’acqua fredda , asciugatela con uno strofinaccio. Unitela nell’insalatiera e mescolate bene aggiungendo foglioline di basilico a volontà !!!( poca pasta … Molto condimento)!!!!! Ottima con il caldo e quando si riceve in terrazza!!! B
Un Buon Piatto di Pasta
Un Lunch, un Dinner, un Brunch! Successo assicutato?? Per fare un buon piatto di Pasta ci vuole la Pasta e molta Fantasia! Ho pensato di velocizzare ll risultato finale con delle foto il piu possibile esplicative dove si individuino subito gli ingredienti..e I dosaggi… A meno che non siano paste fredde: 1) cuocere la pasta in abbondante acqua salata
2) assaggiare il grado di cottura, scolare immediatamente la pasta e padellarla per pochi minuti con il sugo scelto,
unendo a piacere(olio extravergine d’oliva o burro e Formaggio parmigiano reggiano) Questa e’ la base…. La Fantasia , e qualche dritta,la Uniremo volta per volta! Seguendo anche le stagioni !!!!
La Pasta
Luci, colori, profumi, aromi …
La pasta è l’elemento femminile della tavola. Essa accoglie. Si tratti d’un “sugo” sontuoso o d’un condimento rusticano, lo recepisce amabilmente. Gli ingredienti assai saporosi, al contrario, affermano se stessi con virile decisione. Si dichiarano con prepotenza e possono esser contrastati o completati solo da sostanze di uguale, guerresca invadenza, L’altra si pone – mai s’impone – in umile (all’apparenza) epperò sorniona attitudine. Sembra tirarsi in disparte ma astutamente domina il campo delle cosuetudini alimentari italiane e, ormai, planetarie.
La pasta è disponibile. Conduce il gioco fingendo di soggiacere. Dando a credere di subirlo.
Essa stessa è invece il variegato fondamento di quell’esercizio gastronomico che, coll’intingolo, produce lo squisito cibo finale. Da buona madre dispensatrice, lo partorisce.
Docile e reattiva, la pasta. Solo ad occhi stolti, dimessi. Mai sottomessa, in realtà supporta il “sugo” ma non soggiace. Essa “abbraccia” come un immenso alveo. Avvolgente perché, mai inerte, è sensibile a ogni stimolo.
Non subisce bensì incontra, armonizza, integra, cerca la fusione e il completamento invece della sterile, marziale opposizione.
S’intride, s’imbeve d’ogni umore.
Come la Terra che, non a caso, era attributo delle dee greco-latine dei cereali, da cui pur la pasta discende.
Infinitamente versatile, la pastasciutta. Adattabile ad ogni situazione, condimento, accompagno, vino. Camaleontica. Chiara e cangiante come un elemento lunare nella costellazione alimentare. Ci conquista con la tenerezza cordiale dell’accettazione.
Usa le armi del ricevere e sedurre in luogo che del pretendere e possedere. Quasi non basta a se stessa ma le basta poco: in antico, solo un po’ di cacio grattato.
E si dispone al molto, alle più fervide invenzioni che il capriccio o la tradizione gastronomica possono suggerire. Il suo segreto è in quest’inesauribile disponibilità, nella proteiforme mutevolezza di esiti possibili.
Ritrosa ma voluttuosa. Schiva al gusto, la pastasciutta è prorompente al tatto.
Una sensualità ch’è sotto il segno del contatto carnale, della pura e appagante consistenza.
by Alberto Buratto